Cosa c’entra la birra con una microauto? Seguiteci fino alla fine, vi assicuriamo che un nesso esiste, ma prima qualche informazione di contesto.
Ricordate l’Isetta, la microcar ante litteram dall’iconico design futurista tutto italiano? Fu concepita dai progettisti Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi e prodotta dalla Iso Rivolta, azienda automobilistica fondata nel 1939 a Genova dall’imprenditore Renzo Rivolta.
Ebbene, la Micro Mobility Systems AG ha prodotto la Microlino, una microauto elettrica fortemente ispirata all’intramontabile design dell’Isetta.
Micro Mobility Systems AG è l’azienda fondata nel 1996 a Zurigo da Wim Ouboter, una realtà imprenditoriale inizialmente leader sul mercato internazionale nella produzione di monopattini e kickboard.
La leggenda narra che tutto cominciò con una salsiccia, tipico street food zurighese. Per Wim Ouboter la griglieria di fiducia era troppo lontana da casa per andarci a piedi, ma troppo vicina da raggiungere in auto. Così, sul finire degli anni ’90 del secolo scorso, ha inventato il primo kickboard. Da allora Micro sviluppa soluzioni innovative per la (micro) mobilità leggera urbana.
L’ultima innovazione del marchio sa di game changer. “Born in Switzerland. Raised in Italy”, recita la tagline dell’ADV che lancia la microauto prodotta a Torino, capitale italiana dell’automotive. Microlino non è solo una microcar. È un oggetto emozionale dall’alto design. Si tratta di un quadriciclo con scocca in acciaio, che si può guidare a 16 anni con patente A, che può raggiungere una velocità di 90 km/h e che ha 228 km di autonomia in piena carica. È in vendita a un prezzo di partenza di 21 mila euro.
E la birra quindi cosa c’entra? Il brand dichiara sulla scheda dell’auto che lo spazio interno di Microlino è per “2 persone e 3 casse di birra”.
Cari birrai, prendete nota: il futuro della mobilità urbana sarà all’insegna delle microcar che trasporteranno le vostre casse di birra.